L'UPOV è una organizzazione intergovernativa, con sede a Ginevra, fondata nel 1961 in occasione della Convenzione Internazionale di Parigi per la protezione delle nuove varietà di piante. Entrata in vigore nel 1968, è stata poi oggetto di successive revisioni nel 1972, 1978 e 1991 (quest'ultimo in vigore dal 24/4/1998).
Scopo dell'UPOV è quello di promuovere un efficente sistema di protezione sui ritrovati vegetali ed assicurare che i membri dell'Unione riconoscano i risultati raggiunti dai costitutori vegetali, concedendogli un diritto di proprietà intellettuale. Inoltre assiste i paesi membri nel processo di implementazione nella propria legislazione nazionale. Attualmente (luglio 2011)
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Con il regolamento (CE) n. 2100/94, l’Unione Europea ha istituito un regime comunitario di tutela per le varietà vegetali che si ispira alla Convenzione UPOV. E’ un regime specifico, valido su tutto il territorio della Comunità Europea: con una sola domanda, il costitutore ottiene la tutela e diventa titolare di un unico diritto di proprietà intellettuale valido in tutto il territorio europeo. La durata della protezione è di 25 anni, elevata a 30 anni per le specie viticole, arboree e per la patata.
L’attuazione e l’applicazione del regime di protezione comunitaria sono di pertinenza dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali (CPVO), che ha sede ad Angers, in Fran
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Con l'ultima revisione nel 1991 della Convenzione UPOV, è stata introdotta la facoltà, per i paesi aderenti di riconoscere il cosidetto "privilegio dell'agricoltore", che in precedenza non era previsto nella Convenzione. Anche il regolamento 2100/94 ha riconosciuto questo "privilegio", solo per determinate specie (frumenti, riso, patata, colza, ecc.).
Tuttavia, gli agricoltori che si avvalgono del cosiddetto "privilegio", cioè reimpiegano seme aziendale di varietà tutelate, sono comunque tenuti a pagare al costitutore una equa remunerazione, comunque inferiore all'importo di norma richiesto. Da questo obbligo sono esclusi gli agricoltori che non coltivano cereali su una superfice maggiore di quella neces
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Dobbiamo certamente alla sensibilità ed all’impegno del nostro Ministro, Alemanno, un risultato importante nella riforma della PAC: poter conservare l’aiuto alle sementi certificate di foraggere e di riso in modo accoppiato alla produzione” – afferma Bruna Saviotti, presidente di AIS, Associazione Italiana Sementi. “In un settore estremamente specializzato quale quello delle sementi, il legame dell’aiuto alla produzione non solo effettivamente realizzata, ma anche controllata e certificata ufficialmente, è la forma più concreta di tutela delle aziende sementiere, così come di tutti gli agricoltori, sia moltiplicatori che utilizzatori di sementi”.
“Il risultato positivo raggiunto oggi” –
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I dati degli scambi commerciali confermano la difficoltà di alcuni settori ed il crollo negli investimenti di colture importanti, come le oleaginose.
Nel 2002 le importazioni di sementi in Italia sono diminuite, in valore, di circa l’1%, ma ancora di più sono diminuite le esportazioni, con un calo di oltre il 9% rispetto all’anno precedente.
Lo rende noto l’AIS, Associazione italiana sementi, commentando i dati annuali ISTAT sugli scambi commerciali del 2002. Secondo l’AIS la contrazione delle importazioni è dovuta soprattutto al crollo degli investimenti registrato nel nostro paese in colture importanti come la soia, mentre il calo delle esportazioni sconta momenti di difficoltà sul mercato internazionale, in par
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Il quadro normativo della Comunità europea in materia di produzione, di etichettatura e di controllo delle produzioni biologiche è contenuto nel Regolamento (CEE) 2092/91. Esso prescrive che per ottenere produzioni biologiche, possano venire utilizzati soltanto sementi o materiali di riproduzione vegetativa a loro volta ottenuti con il metodo biologico.
Secondo quanto stabilito dal Regolamento (CEE) 1935/95, per essere certificate “biologiche” le sementi debbono essere state coltivate per almeno una generazione, ovvero in caso di colture perenni per almeno due cicli colturali, secondo il metodo di produzione biologico.
Qualora non siano disponibili sementi certificate secondo il metodo biologico, possono essere utilizzate sementi convenzional
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Un aiuto completamente slegato dalla produzione è contrario agli interessi delle filiere di qualità.
La produzione sementiera è il punto di partenza per la rintracciabilità.
Un aiuto completamente slegato dalla quantità e qualità della produzione, come proposto dalla riforma PAC per le sementi, sfavorisce non solo le aziende sementiere nazionali, ma anche gli agricoltori utilizzatori di sementi”. A sostenerlo è stata Bruna Saviotti, Presidente di AIS, nel corso dell’audizione odierna sui seminativi e la riforma PAC presso la Commissione agricoltura della Camera. Saviotti ha poi aggiunto che “in particolare per le foraggere c’è il rischio che le moltiplicazioni di sementi vengano trasfer
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- A tutti i vivaisti e produttori orticoli -
La ricerca e la diffusione di nuove varietà sono elementi fondamentali del miglioramento colturale e qualitativo di tutte le produzioni agricole.
La produzione e la commercializzazione delle sementi sono inoltre attività disciplinate dalla normativa nazionale e comunitaria, attraverso l’istituzione dei Registri varietali obbligatori e la certificazione delle sementi immesse in commercio. Per le sementi da orto la normativa ha istituito la categoria di certificazione “standard“, cui appartiene la totalità delle sementi distribuite in commercio.
Le stesse aziende sementiere produttrici sono responsabili dell’autocontrollo e dell’etichettatura delle sementi standard.
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Le aziende sementiere dell’AIS in assemblea confermano il loro appoggio al piano sementiero, ma chiedono con forza che promuova tutte le sementi e soprattutto rafforzi la struttura amministrativa
L’agricoltura è certamente una delle migliori espressioni del Made in Italy e le sementi rappresentano il punto iniziale della catena della qualità nel settore della produzione agricola e dell’alimentazione. Per questo il mondo delle sementi si aspetta che il piano nazionale promosso dal Ministro per le politiche agricole e forestali punti a coinvolgere l’intero settore”. Bruna Saviotti, Presidente dell’Associazione Italiana Sementi, è così intervenuta all’Assemblea annuale dell’associazione, svoltasi oggi
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Dopo la circolare del dicembre scorso che indica una irrealistica “tolleranza zero” per la presenza accidentale di ogm nelle sementi tradizionali, il Ministero ha assunto alcune iniziative che creano ulteriore confusione sul mercato.
In tema di presenza accidentale di semi GM in lotti convenzionali, in attesa di una specifica normativa europea, il Ministero delle Politiche agricole e forestali ha assunto alcune iniziative quanto meno discutibili. Ad esempio, ha avviato una ricerca di sementi “ogm-free” all’estero ed ha diffuso senza un attento controllo varietale elenchi di aziende la cui offerta non ha subìto particolari controlli preventivi. Ecco perché abbiamo deciso di inviargli una lettera aperta”.
Bruna Sav
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