Il settore sementiero italiano
L’esperienza degli operatori e la vocazione di molti territori fanno del settore sementiero italiano un’eccellenza, posizionandolo ai vertici europei.
Le attività svolte dagli operatori sementieri possono essere raggruppate in tre principali classi:
- ricerca, finalizzata alla costituzione di nuove varietà;
- moltiplicazione in campo e successiva lavorazione in stabilimento;
- distribuzione commerciale delle sementi.
RICERCA
L’attività svolta nell’ambito del miglioramento genetico è finalizzata all’ottenimento di nuove varietà in grado di esprimere performance più soddisfacenti, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, rispetto a quelle già conosciute.
Questa attività richiede cospicui investimenti in termini di tempo e di risorse: per arrivare ad ottenere una nuova varietà sono necessari mediamente 10-12 anni e investimenti elevati, fino al 20% del fatturato.
Per questo motivo, il livello di innovazione contenuto in un seme, oltre a non essere secondo a nessun altro prodotto, genera una serie di ricadute economiche, sociali e ambientali positive.
MOLTIPLICAZIONE
È l’attività che viene svolta per passare da un seme tecnico ad uno commerciale. Rappresenta dunque la fase di produzione in campo del seme, che sarà successivamente selezionato e lavorato in stabilimento, per poi essere posto sul mercato, a disposizione di agricoltori e vivaisti.
Moltiplicazione delle sementi certificate
L’Italia è il secondo Paese dell’Unione europea in termini di moltiplicazione di sementi certificate, che appartengono quasi esclusivamente a specie agrarie. Oltre a posizionarsi dietro soltanto alla Francia, leader europeo del settore, il nostro Paese occupa la prima posizione in alcuni segmenti di grande rilievo per la filiera alimentare, come ad esempio la produzione di sementi di grano duro, erba medica, trifoglio alessandrino, riso, soia e barbabietola da zucchero.
La superficie effettivamente utilizzata, vale a dire che ha superato i controlli dell’ente di certificazione, per la produzione di sementi certificate nel 2022 ammonta a circa 204.000 ettari, con una lieve flessione dell’1% rispetto all’anno precedente. (I dati del settore nel settaglio sono disponibili per le aziende associate nell’area riservata, alla pagina Statistiche di certificazione superfici moltiplicate).
Il grafico seguente mostra l’andamento negli ultimi anni delle superfici effettive, al netto degli scarti, complessivamente utilizzate per la moltiplicazione in Italia delle sementi certificate.
Per quanto concerne le quantità di sementi certificate, moltiplicate nel nostro Paese, il risultato riferito al 2022/23 si attesta intorno alle 535.000 tonnellate complessive, che hanno determinato una diminuzione dei volumi di quasi il 3% rispetto all’anno precedente. Il grafico seguente mostra l’andamento negli ultimi anni dei volumi complessivi di sementi certificate.
Moltiplicazione delle sementi di specie ortive
L’Italia occupa una posizione leader anche nella moltiplicazione delle sementi di specie ortive e aromatiche, che non sono soggette all’obbligo della certificazione ufficiale e pertanto sono commercializzate principalmente come sementi appartenenti alle categorie standard o mercantile.
La supericie dedicata a questa attività nel comparto delle ortive e aromatiche ammonta a poco meno di 39.000 ettari nel 2022, con una crescita di circa il 5% rispetto all’anno precedente. Il grafico seguente mostra l’andamento delle superfici negli ultimi anni per questo comparto.
DISTRIBUZIONE E MERCATO
Il volume d’affari del settore sementiero italiano è stimato in circa un miliardo di euro. La quota maggiore è rappresentata dal comparto delle sementi da orto con poco meno del 30% del totale, seguito da cereali a paglia (20%) e mais (19%). Vi sono poi i comparti delle sementi di specie foraggere (13%), patate (7%), riso (4%), oleaginose (3%), barbabietola da zucchero (2%) e tutte le altre (3%).