Il Bio in cifre 2024
È stato presentato ieri a Bracciano (Roma) “Bio in cifre”, il rapporto redatto da Ismea e dal Centro Internazionale di Alti Studi Mediterranei di Bari. Come da tradizione, è stata l’occasione per tastare il polso del settore biologico italiano.
Dai dati mostrati è emerso che nel 2023 le superfici investite a bio sono cresciute del 4,5% rispetto al 2022. Si tratta nel complesso, di circa il 20% della superficie coltivata. Vale a dire, una cifra non lontana dal target (25%) che l’UE intende raggiungere entro il 2030.
Un andamento più lento, ma di segno positivo, ha fatto registrare nello stesso periodo il numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori), cresciuti dell’1,8%.
Qualche difficoltà è stata evidenziata dal lato dei consumi. Sostanzialmente invariati nei volumi, sono cresciuti in valore del 5,5%, un tasso leggermente inferiore a quello dell’inflazione (indice generale del +5,7% nel 2023).
Va detto che, sebbene finora la produzione e l’offerta di sementi biologiche non siano cresciute allo stesso ritmo del comparto primario bio, le scelte politiche che stanno maturando eserciteranno sul mondo delle sementi un impatto maggiore rispetto al passato. Infatti, sia a livello nazionale, con le misure legate alla Banca dati Sian ed al Piano sementi bio, sia a livello comunitario, con il tentativo di revisione della normativa sementiera europea, il legislatore sembra voler spingere verso una direzione che garantisca una maggiore disponibilità di sementi biologiche. L’auspicio è che la prospettiva da cui si sta operando, soprattutto in ottica regolatoria, non vada a danneggiare quanto di buono l’attuale impianto normativo ha saputo costruire negli anni in termini di tracciabilità, qualità e sanità delle sementi. Caratteristiche, queste, a favore di tutti gli agricoltori, convenzionali e biologici.